Quest’anno, Dive Against Debris – un’attività di sondaggio ambientale interamente basata sulla scienza partecipata, grazie alla quale subacquei in tutto il mondo rimuovono rifiuti dal mare e ne fanno rapporto – raggiungerà un’altra pietra miliare. Dopo anni di negoziazioni, i Paesi delle Nazioni Unite cercheranno di annunciare un trattato globale che mirerà a porre fine all’inquinamento da plastica. Questo trattato potrebbe includere strategie, sia obbligatorie che volontarie, riguardanti il ciclo di vita completo della plastica, tra cui molti degli oggetti trovati nel programma di PADI AWARE sui rifiuti marini. Per esempio, i dati Dive Against Debris ottenuti a livello globale hanno confermato che il 70% degli oggetti segnalati erano di plastica.

L’attuale volontà politica di sviluppare un trattato vincolante a livello globale offre un’opportunità unica di creare uno strumento legale per porre fine all’inquinamento da plastica. È un notevole passo avanti verso il raggiungimento dell’obbiettivo di ridurre del 50% i rifiuti in plastica, in determinati Paesi, contenuto nel documento 2030 Blueprint for Ocean Action di PADI. Oltre a ciò, la PADI AWARE Foundation è l’unica organizzazione che rappresenta la comunità e il settore della subacquea ricreativa all’interno delle negoziazioni ufficiali che, nella primavera del 2025, condurranno all’accordo sul trattato.

In qualità di organizzazione non-profit, accreditata con un posto al tavolo internazionale, parteciperemo attivamente allo sviluppo del Trattato globale sulla plastica man mano che verrà discusso dai governi. Gli obiettivi della nostra campagna sono di assicurarci che: 1) il trattato sia abbastanza ambizioso da affrontare il problema dell’inquinamento marino da plastica; 2) la voce della comunità subacquea sia rappresentata e ascoltata; 3) Dive Against Debris sia riconosciuto come parte della soluzione per rimuovere e controllare i rifiuti marini.


two divers underwater collecting trash for dive against debris

Orientati a una soluzione

Fin dal suo inizio, nel 2011, Dive Against Debris è stato un pilastro fondamentale del programma di protezione ambientale di PADI AWARE Foundation. Insieme, il nostro impegno contro i rifiuti marini ha giocato una parte fondamentale nel portare avanti varie soluzioni al problema dell’inquinamento nell’oceano. Anno dopo anno, abbiamo allocato risorse finanziarie e organizzative per assicurarci che il programma sostenga la nostra comunità globale e faccia la differenza. Così facendo, siamo riusciti a rimuovere e segnalare milioni di rifiuti marini in oltre 121 Paesi; grazie alla loro partecipazione a iniziative di scienza partecipata, quasi 100.000 subacquei hanno portato avanti attività innovative di ricerca marina; infine, sono stati salvati 35.000 animali marini che erano rimasti intrappolati. Ad oggi, possediamo la più grande banca dati sui rifiuti marini al mondo e ne condividiamo i dati con i portatori d’interesse pubblici.

Grazie al nostro obiettivo comune di liberare gli oceani dai rifiuti marini, abbiamo istituito un sistema credibile, replicabile e modulare per controllare e rimuovere i rifiuti in plastica dal fondo marino senza danneggiarlo. I volontari coinvolti nel programma Dive Against Debris hanno già sfruttato questi dati per convincere le amministrazioni locali ad adottare politiche più stringenti sugli oggetti in plastica nelle loro comunità. A Vanuatu, in base a studi effettuati da gruppi ambientali – tra cui Big Blue, il centro sub locale – il governo ha annunciato un divieto sulle importazioni e la produzione locale di plastica non biodegradabile. In Australia, grazie alla condivisione di dati Dive Against Debris derivanti dall’attività di pulizia a Manly Harbor, il centro Dive Centre Manly ha contribuito alla creazione di politiche sulla plastica mono-uso. Questi sono solo un paio di esempi su come il settore della subacquea ricreativa genera un cambiamento significativo e di lungo termine a livello locale.

Non si conoscono ancora le misure dei risultati stabiliti dal Trattato globale sulla plastica, ma è sempre stato chiaro che i subacquei sono uno degli attori principali per il suo successo nel lungo termine. Da osservatori del mondo sommerso, sono nella posizione migliore per dare un contributo prezioso, in particolare per quanto riguarda la rimozione dell’inquinamento da plastica secondo l’Articolo 11 del Trattato. Questa parte riveste un particolare interesse per PADI AWARE ed è stato il centro di una discussione avvenuta a Nairobi nel novembre 2023. Durante le prossime riunioni in Canada e Corea del Sud, previste per quest’anno, lavoreremo con i governi per assicurare che l’Articolo 11 promuova la rimozione dell’inquinamento da plastica in modo da non danneggiare gli ambienti marini. Al momento, Dive Against Debris è l’unica iniziativa di rimozione dei rifiuti che non prevede un impatto dannoso per gli ambienti fragili, come le posidonie e le barriere coralline.

La parte dei programmi di scienza partecipata di PADI AWARE, relativa al controllo dell’ambiente sommerso, ci permette di negoziare da una posizione di forza. In particolare, nel lungo periodo, le informazioni Dive Against Debris raccolte presso i siti del programma Adopt the Blue possono fornire dati consistenti da località prefissate. Questo consente ai governi nazionali e regionali la possibilità di scegliere punti di osservazione chiave per tenere traccia degli impatti da parte di una serie di politiche sulla gestione dei rifiuti. Abbiamo già sperimentato questo approccio in Repubblica Dominicana dove, nel corso di 12 mesi, 1.000 persone hanno preso parte a iniziative di scienza partecipata in cinque centri sub. Questo progetto fornirà al governo locale dati basilari prima e dopo l’implementazione del Trattato globale sulla plastica.

Ana K Pineda, OWSI 385443 presso il centro Dive Cabarate, ci dice: “Per quanto riguarda il nostro centro, il progetto con PADI AWARE è stato l’elemento caratterizzante durante l’anno scorso. Dal soccorrere piccoli polpi intrappolati in lattine di birra a riportare in superficie un kayak affondato con un pallone da sollevamento, il progetto Dive Against Debris è stato efficace, utile e divertente. Ripulire per un anno lo stesso sito dai rifiuti ci ha permesso di notare la differenza che un’iniziativa e un gruppo di subacquei dedicati possono fare.”


divers coming out of the water after a dive against debris

Unisciti alla campagna

Lo sviluppo del Trattato globale sulla plastica è appena iniziato e chiunque sia interessato alla produzione della plastica, dai consumatori ai produttori, avrà la possibilità di influenzare ciò che i governi vorranno includere nel trattato. Per contribuire a facilitare questa partecipazione, la PADI AWARE Foundation chiamerà in causa milioni di PADI Ocean Torchbearer in tutto il mondo, in modo che firmino una petizione in base alla quale non solo i governi e il settore della produzione di plastica saranno ritenuti responsabili, ma che vedrà la nostra squadra Dive Against Debris fare parte della soluzione. Inoltre, continueremo a invitare i subacquei a partecipare agli eventi Dive Against Debris con i loro centri sub e quando viaggiano, in modo da continuare a fornire dati preziosi per la definizione di politiche.

Sebbene questa campagna globale sarà coordinata dalla PADI AWARE Foundation, il suo successo dipenderà dalla forza e dalla passione collettiva dei PADI Mission Hub e Torchbearer. Si stima che, ogni anno, 14 milioni di tonnellate di plastica finiscano nell’oceano. Un solido Trattato globale sulla plastica dovrebbe agire come stimolo per iniziare a ridurre e porre fine a questa tendenza preoccupante, e i sostenitori Dive Against Debris daranno il loro contributo durante gli eventi di pulizia e nel tenere traccia dei progressi. Ci rendiamo conto dell’enormità del problema e del fatto che i subacquei, meglio di chiunque altro, siano testimoni di quello che succede sott’acqua. PADI e PADI AWARE Foundation continueranno a sostenere, in ogni modo possibile, i subacquei impegnati in iniziative per la raccolta di rifiuti marini, sia a livello locale che globale. Speriamo che, da qualsiasi parte del mondo, quante più persone possibile si uniranno a noi.


Di Danna Moore, Global Director, PADI AWARE Foundation


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